La ricca signora

Parole e musica: Carlo Boncompagni

Eri una donna ahimè bellissima
Ma gli anni passano
Passano per tutti sai

Si lacera il vestito come carta
che riveste un pacco
dal contenuto vuoto o perlomeno alquanto un po’ bislacco

E rivela su due piedi
Ciò che prima
Ciò che prima non vedevi
E ti lascia di stucco

Ricca, ricca signora
Era ora che qualcuno
scoprisse il tuo gioco
Fatto di finte crociate
E di false parole
Finemente incrociate

Di armi molto più pesanti della seduzione e della
Perigliosa certezza
Di aver sempre ragione

Di giochi di potere e sotterfugi
Di lavaggi del cervello
Calze a rete e finti indugi

Che poi costantemente sul piu’ bello
Si trasformano nel solito
Bordello

Trentacinque metri sotto il mare
Ti vedremo sprofondare
Sotto il peso dei tuoi figli
Dolcemente soprappeso
Che consumano ogni giorno
Molto più di quello di quello che han bisogno
E vivon quotidianamente l’illusione di star bene
Mentre vivono in catene

E fai la prima donna
Come un tempo
Ma sotto la tua gonna
Non tira più lo stesso vento

Sei sempre indifferente agli altri
E piena
E piena di capricci
Non tolleri gli stracci
Che non hai mai portato

Il mondo non ti vuole come esempio
Mai più

Che i pochi affezionati
Sian subito curati
Che siano aperti gli occhi a quei
Tre o quattro sciocchi
E sia loro mostrato
Quello che fino ad ora hai combinato

Senza cuore ne pietà
Sotto il falso nome della Libertà

Senza cuore ne pietà
Sotto il falso nome della Libertà

E allora..

Trentacinque metri sotto il mare
Ti vedremo sprofondare
Sotto il peso dei tuoi figli
Dolcemente soprappeso
Che consumano ogni giorno
Molto più di quello di quello che han bisogno
E vivon quotidianamente l’illusione di star bene
Mentre vivono in catene…

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